Il pellettiere cinese che vuole salvarsi dai dazi e guarda all’UE

Il pellettiere cinese che vuole salvarsi dai dazi e guarda all’UE

“Cerchiamo clienti europei per sostituire quelli americani”. Lo afferma Leo Zhao, presidente dell’associazione “Pinghu bags industry” e presidente e dell’azienda Newcomer group che produce valigie e borse sempre a Pinghu, nella provincia dello Zhejiang (Cina). Zhao, duramente colpito dai dazi USA, guarda all’UE mentre fa il punto della situazione del distretto di Pinghu, specializzato nella produzione di valigeria.

Quali sono le conseguenze dei dazi USA nel distretto di Pinghu?
Circa l’80% della nostra produzione è destinata a marchi americani ed europei come Samsonite, Carpisa e altri. Nel distretto è presente tutta la filiera produttiva, dalle concerie a chi produce l’alluminio fino alle zip per le cerniere. Il volume degli ordini da parte dei clienti americani ha subito un calo, con una diminuzione complessiva del 30-40% degli ordini. Ordinano solo coloro che non possono fare a meno della Cina.

Le aziende cinesi stanno chiudendo e licenziando lavoratori?
Sì, ma non molte. In realtà, stanno aprendo nuove aziende e nuovi marchi stanno entrando nel mercato. Poi c’è la spinta del mercato domestico ma abbiamo urgentemente bisogno di più clienti europei per recuperare quanto perso con i dazi USA. Un’azione che guarda all’UE.

 

 

È vero che molte imprese cinesi hanno trasferito la produzione altrove?
Sì, è vero. Per ampliare la loro presenza sul mercato e sfruttare le risorse locali, hanno trasferito parte della produzione nel Sud-Est asiatico.

Ma se arrivasse un accordo tra Cina e Usa, tornerebbe di colpo tutto come prima?
Sì, ci guadagnerebbero entrambi. La produttività cinese è 2 o 3 volte superiore rispetto a quella degli altri Paesi, soprattutto perché c’è un maggior utilizzo della tecnologia.

Qual è la sua visione per il futuro?
Non è facile fare previsioni a lungo termine, al massimo possiamo pianificare 1 anno, soprattutto a causa dell’instabilità politica degli Stati Uniti. Per restare competitivi dobbiamo investire in R&S, aumentare il livello della qualità e proteggere la proprietà intellettuale. Non basta più puntare sulla quantità, dobbiamo puntare sulla qualità della nostra produzione e dei nostri prodotti. (mv)

Foto Shutterstock

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