La forza della pelletteria italiana: Borbonese rinasce, Piquadro in crescita, Woolrich in espansione

Il bilancio 2016 chiude con utili a 300.000 euro. Non male, per un brand che nel 2012 perdeva 3 milioni di euro e sembrava prossimo a portare i libri in Tribunale. Borbonese rivede la luce grazie alla cura di Giuseppe Di Nuccio, in Armani noto col nomignolo di “re degli accessori”, che ha puntato sulla diversificazione dei prodotti e sullo scouting interno, oltre che sulla rinegoziazione del debito. Per la pelletteria italiana spira un vento favorevole. Lo conferma anche l’esercizio 2016 del gruppo Piquadro che, alla chiusura dell’esercizio in data 31 marzo, registra una crescita del fatturato di oltre il 9%, per un giro d’affari di 76 milioni di euro. Se gli utili sono in calo mentre l’indebitamento è aumentato dipende dall’acquisizione di The Bridge condotta lo scorso autunno: il marchio nel periodo gennaio-marzo ha portato un tesoretto di 5 milioni di euro di ricavi. Punta in grande il brand statunitense, passato a proprietà italiana, Woolrich, che nel 2016 ha registrato un giro d’affari di 170 milioni di euro. Dopo l’ampliamento della produzione delle scarpe, il marchio studia borsa con la designer giapponese Chi Haru, fondatrice Bagsinprogress, nuove collezioni di pelletteria da portare in commercio nel 2017/2018.

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