Le borse Judith Leiber volano con il made in Italy: nel 2020 il total look

Venti per cento di crescita all’anno dal 2017 per Judith Leiber. Se la storia della griffe di pelletteria, creata nel 1963 dall’omonima stilista, ha conosciuto nel 2013 un momento di rottura con il passaggio ad Authentic Brands Group (ABG), c’è un elemento invece tradizionale: dalla sua nascita la manifattura è italiana.

Retaggio museale
Leiber vanta anche alcuni pezzi nella collezione permanente di musei come The Victoria and Albert Museum a Londra, The Metropolitan Museum of Art di New York e The Smithsonian Institute di Washington.

Attualità
Dal 2017 il suo direttore dello stile è Dee Ocleppo Hilfiger, la moglie di Tommy Hilfiger. Dal suo insediamento per Leiber si succedono modelli divertenti e sempre glitterati, in cui spicca la serie tratta dal fast-food: hamburger, hot dog, coni gelato. Ne è seguita un’accelerazione della penetrazione commerciale, con vendite online cresciute del 100% sia nel terzo che nel quarto trimestre 2018, mentre il brand vanta oggi rapporti con 250 retailer e l’ingrosso avanza del 25% annuo.

Il successo e gli imitatori
“La sintesi del successo è constatare che su Alibaba espongono una copia della mia borsa a forma di patatine fritte, e ce n’è un’altra uguale su qualche sito venduta a 9 dollari” ha spiegato Hilfiger a WWD. Natasha Fishman, a capo del marketing, rammenta che i prezzi delle borse sono compresi fra gli 800 ed i 7.000 dollari, e che i mercati di spinta sono Russia, Medio Oriente e Gran Bretagna. “I prezzi sono nella fascia alta per via della qualità della manifattura” spiega Hilfiger.

Next step
Il prossimo passo di Leiber è l’approdo al total look. ABG ha appena firmato un accordo con G-III apparel Group per la produzione dell’abbigliamento e della calzatura, in uscita a Natale 2020, con capi definiti “a prezzi competitivi”.  (pt)

 

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