Le imprese artigiane di Firenze tra le più tartassate d’Italia. E le pelletterie non possono investire

“Sono stata costretta a esternalizzare il lavoro perché non ho potuto assumere nessuno, nemmeno part time. Le tasse dell’anno scorso mi hanno impedito di reinvestire. Non ci rendono competitive”. Queste le parole di Simona Innocenti, titolare della pelletteria Bisbag di Scandicci, presidente di Federmoda settore pelle di CNA Firenze. Il peso fiscale grava in modo particolare sull’artigianato e la piccola impresa fiorentina. È quanto emerge dai dati forniti dal Rapporto dell’Osservatorio Nazionale CNA nel 2017. Firenze è la terza città in Italia più tassata, con un total tax rate al 69,3% (come Roma). Rispetto allo scorso anno la pressione fiscale sulle imprese fiorentine è cresciuta dello 0,8%. “Gli imprenditori si sentono soli. Basterebbe un segnale da parte delle istituzioni, per prendere più fiducia, per dare la forza di resistere”, aggiunge Innocenti. Nella panoramica toscana superano la media nazionale del 61,2% anche Grosseto, al 19esimo posto con il 65,1% e Livorno al 56esimo con il 61,6%. Chiude la classifica regionale Arezzo con il 55,9%. “Quello della tassazione è un problema non più rinviabile – commenta Franco Vichi, direttore generale di CNA Firenze -. Da sempre chiediamo la riduzione della spesa delle pubbliche amministrazioni, regionali e locali. Per questo sosteniamo con forza la fusione dei comuni per limitare tutti quei costi indiretti che poi vengono sostenuti dai nostri imprenditori”. Per le piccole imprese fiorentine il tax free day – il giorno dell’anno in cui le attività smettono di lavorare per pagare le tasse e iniziano a produrre reddito – è fissato al 9 settembre: restano solo 112 giorni per investimenti e guadagni. (mvg)

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