Meno status, più funzionale: l’effetto smart working sulla borsa

effetto smart working

Non possono passare mesi di lockdown e social distancing senza ripercussione sulla pelletteria. Certo, c’è una differenza di intensità a seconda dei Paesi: ad esempio, a oggi il mercato statunitense risulta più condizionato di quello italiano. Ma lo possiamo chiamare effetto smart working sulla borsa. Se nei cinque continenti le donne passano più tempo in casa che fuori, qualcosa cambierà: “La mascherina è l’accessorio del momento – sentenzia New York Times –, mentre la borsa sembra una reliquia del passato”.

Relazione tra borsa e società

D’altronde un legame tra la pelletteria e le grandi trasformazioni sociali c’è. “Lo si vede ai primi del ventesimo secolo – porta ad esempio Colleen Hill, curatrice degli accessori del museo del Fashion Institute of Technology di New York –, quando le donne hanno cominciato a usare borse che contenessero oggetti come sigarette, trucchi, portafogli e chiavi. Significavano la crescente libertà femminile nella vita pubblica”. Nel 2020 il cambiamento radicale ha a che fare con la gestione del tempo, sia lavorativo che privato: “Di solito porto una grande borsa dove tenere tutto quello che mi serve nell’intera giornata – porta ad esempio la stessa Hill –. Ma ora che rimango di più vicino casa, posso uscire con piccole borse funzionali”.

Effetto smart workig sulla borsa

Il cambio di paradigma è tutto qui. “Il fulcro del settore è sempre stato la borsa da lavoro – aggiunge al NYT Katie Hillier, che ha lavorato come direttore creativo in Marc by Marc Jacobs –. Ma ora? La borsa da lavoro ai tempi dello smart working è lo zaino, dove entrano le cose da portare in bici, o la sacca per la spesa”. In questo senso, allora, le tote sono superflue, mentre pochette e borsette poco utili: il futuro prevede maggiore spazio per gli accessori tecnici e innovativi. Ma c’è anche un altro fattore in via di ripensamento: il prestigio da riconoscere agli accessori. “I prossimi acquisti di articoli di pelletteria non saranno effettuati per inseguire lo status – conclude Hillier –. Le persone hanno capito che rimanere a casa può andar bene, mentre sono altri i prodotti su cui spendere”.

Foto Imagoeconomica

 

 

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