Nel primo trimestre la pelletteria italiana cala su tutti i fronti

Nel primo trimestre la pelletteria italiana cala su tutti i fronti

Nel primo trimestre 2025 la pelletteria italiana cala su tutti i fronti: si riducono il fatturato, l’export, i consumi interni e la produzione industriale. È quanto riporta la nota congiunturale di Assopellettieri integrata dall’analisi del Centro Studi di Confindustria Accessori Moda. L’appuntamento con la ripartenza è rimandato.

La pelletteria italiana cala, a partire dall’export

Nel periodo gennaio-marzo 2025 il fatturato estero della pelletteria è stato di 2,44 miliardi di euro. Vale a dire il -8,5% rispetto allo stesso periodo del 2024, ovvero quasi 228 milioni di euro persi. L’export in quantità, espresso in chilogrammi, è diminuito del 3,4%. Il prezzo medio si è ridotto del 5,3%, replicando la tendenza al ribasso del 2024. A controbilanciare la Francia (-3,7% in valore) sono state Germania (+4,8%), Spagna (+5,5%) e Polonia (+5%). Poche, tra i mercati fuori dalla UE, le eccezioni positive. Tengono gli USA, mentre tra i Paesi del Far East la diminuzione delle vendite tocca il 17,5%. Bene Emirati Arabi, Turchia e Kazakistan. Male la Russia. I prodotti in pelle mostrano in valore una diminuzione più contenuta (-4,6%), rispetto a quelli in succedaneo (che perdono il -16,8%, pur restando stabili nei KG).

 

 

Domanda domestica

Anche la domanda interna è sottotono. L’indice ISTAT del valore delle vendite del commercio al dettaglio in Italia (riferito a “pelletteria + calzature”) indica -4,4% tendenziale. Resta al -5,8% rispetto ai livelli (già insoddisfacenti) del 2019 (ultimo anno pre-Covid). Un trend che è proseguito anche ad aprile. Unica nota positiva l’aumento dello shopping dei turisti stranieri.

Produzione e fatturato

L’indice ISTAT della produzione industriale riferito all’intera filiera (voce Ateco “Fabbricazione di articoli in pelle e simili”), relativo al periodo gennaio-aprile 2025, registra la flessione del 16,4% rispetto allo stesso quadrimestre di un anno fa. Sulla base della consueta indagine condotta su un campione di associati Assopellettieri stima un arretramento del fatturato nel primo trimestre pari al -7,7%. Oltre la metà delle aziende coinvolte ha detto che i ricavi sono scesi rispetto al 2024. L’indagine stima il fatturato del primo semestre 2025 in flessione del -6,9%.

Saldo demografico

A fine marzo 2025 il numero delle pelletterie è sceso dell’1% rispetto al 31 dicembre 2024, ovvero di 46 unità. In Italia ci sono 4.486 aziende tra industria e artigianato, di cui quasi la metà (il 49%) in Toscana. Tutte le prime 8 regioni a vocazione pellettiera sono in flessione. Il numero degli addetti è sceso di 530 lavoratori rispetto a dicembre (-1,1%). In calo la Toscana (dove è concentrato oltre il 52% dei 48.184 addetti del settore), con 437 lavoratori in meno. In calo anche Campania (-74), Emilia-Romagna (-29), Marche (-41) e Abruzzo (-17). Lievi aumenti invece per Lombardia, Veneto e Lazio.

Cambio al vertice

Intanto Assopellettieri e Aimpes (Mipel) hanno un nuovo direttore generale: è Federica Bevilacqua, che per l’associazione era già vicedirettrice e responsabile marketing. Bevilacqua raccoglie il testimone da Danny D’Alessandro, che ha ricoperto l’incarico da settembre 2017 allo scorso giugno. (mv)

Foto Shutterstock

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