Nessuna novità per la pelletteria italiana. La prima metà dell’anno è ancora all’insegna del proverbiale “no news, bad news”. In altre parole: è insoddisfacente. Il secondo semestre non lascia presupporre inversioni di tendenza. Al massimo si parla di “alleggerimento” della flessione grazie a un più agevole confronto con i dati 2024 già interessati da congiuntura negativa, spiega l’analisi svolta dal Centro Studi di Confindustria Accessori Moda per Assopellettieri.
No news, bad news
Nei primi sei mesi del 2025, il fatturato della pelletteria italiana è sceso del 6,9% in base al campione di associati intervistati. Le vendite sul mercato interno si sono ridotte del 2,2%, mentre l’export nei primi 5 mesi ha visto una diminuzione del 7,5% in valore a 4,07 miliardi di euro e un calo del 3% in volume (espresso in chilogrammi). Il calo dell’export verso la Francia (-3,8% in valore) fotografa la crisi del lusso. Positivo il lieve recupero della Germania (+1,1%), significativo il trend di Emirati Arabi (+35,7%), Qatar (+49,9%) e Turchia (+16,7%). Rimane in forte difficoltà l’Asia: Giappone -11,1%, Corea del Sud -13,4% e Cina -28,8%. Stabile il flusso verso gli USA.
Pelle e borse
I prodotti in pelle hanno registrato una diminuzione delle esportazioni più contenuta (-3,6%), rispetto a quelli in succedaneo (-15,8%). Con 2,83 miliardi di euro, le borse costituiscono quasi il 70% del valore esportato. Nonostante una flessione del -9% sul 2024, restano comunque dell’8% sopra ai livelli di gennaio-maggio 2019.
La produzione
Questi dati si riflettono inevitabilmente sull’attività produttiva. L’indice Istat della produzione industriale denota, nel primo semestre, una riduzione del 13,3%. Un fenomeno attenuato dal -6,3% del secondo trimestre. Sull’arretramento produttivo ha inciso anche il +2,7% in valore dell’import nei primi 5 mesi (+16,9% in quantità) e un abbassamento del prezzo medio, così come nell’export. Il numero delle imprese attive è diminuito dell’1,6% (-74 imprese con un totale di 4.458). Gli occupati si sono ridotti del 2,5% rispetto allo scorso dicembre (-1.237 col saldo che scende a 47.477 addetti).
Poco spazio all’ottimismo
Assopellettieri scrive che “le attese per la seconda parte dell’anno non lasciano purtroppo molto spazio all’ottimismo. Alle difficoltà attuali potrebbe aggiungersi l’impatto dei dazi di Trump, ora difficilmente quantificabile”. (mv)
Leggi anche: