Nel mondo della moda la sostenibilità è un impegno non più rimandabile. Non si tratta solo di una scelta etica, ma di un vero investimento economico, energetico e professionale che riguarda anche i lavoratori. Una scelta che da alcuni anni influenza anche la filiera della moda, spesso alle strette per via delle commissioni del lusso. Ne ha parlato Claudia Sequi, titolare di Pelletterie Claudia e presidente di Assopelletieri, lanciando un monito: “La sostenibilità non è gratis”, rimarcando come per il bene della filiera servono compensi adeguati.
La sostenibilità non è gratis
È questo il vero punto di partenza, come sottolinea Sequi al Corriere Fiorentino. Non è solo un tema di scelte, ma un investimento su chi in quella filiera ci lavora. “Per il bene di tutta la filiera, che è composta da grandi brand e produttori piccoli e grandi, serve che tutti vengano remunerati in modo congruo perché i margini servono per investire. La sostenibilità non è gratis: è un impegno economico, di energie e di competenze importanti. Perciò la compliance Esg (l’aderenza a criteri ambientali, sociali, gestionali, ndr) è una voce importante nei costi” Un tema, che secondo la presidente presto sarà all’ordine del giorno. “Da qui a domani impatterà anche le piccole e piccolissime aziende perché non è un processo reversibile”.
Sul Made in Italy
È proprio sulla filiera che si fonda il Made in Italy. Ma per non perdere terreno rispetto a Spagna e Francia serve collaborazione. “Non dobbiamo dare per scontato che potersi definire Made in Italy sia sufficiente per essere i primi nel mondo – dice Sequi. Dobbiamo trovare le formule giuste e questo comporta avere delle politiche industriali di sostegno, fatte insieme al Governo e ai sindacati”. Collaborazione e cooperazione, quindi. “Non ci si salva da soli. Serve un cuneo fiscale meno impattante per avere un minor costo del lavoro e poter dare più soldi ai lavoratori, serve un alleggerimento burocratico: il mondo della moda ha investito molto sapendo di poter beneficiare del credito di imposta sui campionari che poi ci è stato richiesto indietro dallo Stato, paghiamo l’energia il quadruplo degli altri Paesi, la crescita smisurata dei tassi ha fatto lievitare il costo dei finanziamenti presi per investire. Come si fa a lavorare così?” Poi qualche bella notizia per i piccoli. Da un sondaggio lanciato dal centro studi, Assopellettieri evidenzia che le piccole aziende, quelle con fatturati al di sotto dei 5 milioni, sono cresciute sia nel 2023 che nel 2024, in controtendenza rispetto ai dati negativi sulla pelletteria in generale.
Leggi anche: