Theory punta sulla pelletteria made in Italy

Conosciuto per le sue linee di abbigliamento femminile, Theory ha compiuto un passo decisivo verso le collezioni di calzatura, ma è sulla pelletteria che il brand newyorkese fondato nel 1997 dalla giapponese Fast Retailing (Uniqlo), il cui fatturato si avvicina al miliardo di dollari, intende puntare. La prima mossa è stata quella di creare il gruppo di stilisti sotto la direzione di Lisa Kulson, la seconda affidarsi alla manifattura italiana per la collezione primaverile, in vendita a partire da gennaio. Il ceo Andrew Rosen spiega: “Vogliamo produrre borse che durino in eterno e che possiedano uno stile discreto, ecco perché ci affidiamo agli italiani, decisione che indica il desiderio di puntare sulla qualità e non sui margini. Abbiamo investito in modo significativo in termini di design e sviluppo”. I prezzi: dai 295 dollari per una clutch ai 745 per i modelli in pelle Urban style. Per la calzatura, Theory ha lavorato anche con Paul Andrew, recente assegnatario della borsa di studio dell’associazione degli stilisti statunitensi (Cfda), che ha creato due sandali (prezzi 495 e 595 dollari) anche questi made in Italy. Theory introdurrà cinque nuovi modelli da donna per l’autunno, altrettanti di borse, mentre è in programma anche la linea maschile. (pt)

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