Dior contro Showroomprivé: il lusso non molla sul second hand

Dior contro Showroomprivé: il lusso non molla sul second hand

Le piattaforme di second hand investono nell’autenticazione dei prodotti per crescere e per difendersi dalle cause delle griffe. L’ultima delle quali vede Dior contro Showroomprivé. Il mercato della rivendita cresce, così come i prodotti usati che circolano sui vari portali. Per questo è diventato determinante offrire un servizio di prim’ordine di autenticazione dei prodotti. Questo sta distinguendo le piattaforme affidabili dalle altre.

Il lusso non molla sul second hand

“Con la produzione di articoli contraffatti sempre più sofisticata, persino i marchi di lusso stessi a volte non riescono a individuare i falsi. In alcuni casi riparano inconsapevolmente articoli contraffatti”, afferma Jaewha Choi, CEO del marketplace online sudcoreano Bunjang (fonte CNBC). I cosiddetti prodotti “superfake” rappresentano lo spauracchio per tutti. Sono articoli del tutto identici agli originali e spesso realizzati con gli stessi materiali. E con l’espansione del mercato dell’usato, l’autenticazione è diventata una preoccupazione crescente per chi vende e per chi acquista. Bunjang dichiara un tasso di accuratezza dell’autenticazione pari al 99,9%. Il suo sistema di verifica è in grado di apprendere e adattarsi costantemente ai metodi di contraffazione sfruttando l’intelligenza artificiale.

 

 

Dior contro Showroomprivé

Tolleranza zero. Le griffe del lusso non mollano la presa e sono sempre pronte a far scattare le denunce per contraffazione. Anche per screditare il mercato di seconda mano, che non gli è mai piaciuto. L’ultima disputa legale vede Dior contro Showroomprivé. Secondo il marchio della scuderia LVMH, nel 2022, la piattaforma aveva organizzato una vendita di occhiali a marchio Christian Dior priva di autorizzazione. Tanto è bastato a Dior per rivolgersi al Tribunale per citare in giudizio il sito di second hand per violazione del marchio. Secondo quanto ricostruisce Glitz.Paris, a sua volta Showroomprivé ha citato in giudizio i suoi fornitori. In altre parole: le società britanniche Luxoptics e B2C18. È l’ultimo episodio di una guerra che vede in prima linea Chanel, che ha vinto il primo round contro What Goes Around Comes Around. E aspetta di conoscere l’esito della disputa legale con TheRealReal. Le parti sono in causa dal 2018 e non c’è verso di trovare un accordo extragiudiziale. (mv)

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