Inditex chiude a 26,1 miliardi l’anno fiscale “meno positivo della sua storia” e punta all’integrazione digitale assoluta

Inditex cresce, ma rallenta rispetto al passato, mettendo a segno il risultato “meno positivo” della sua storia. Nell’esercizio 2018/2019, chiuso lo scorso 31 gennaio, la catena spagnola di fast fashion ha registrato un fatturato di 26,15 miliardi di euro, con un aumento del 3,19%, lontano dall’8,69% e dall’11,54% registrati negli anni precedenti. L’utile netto è stato di 3,44 miliardi di euro, in crescita del 2,26%, rispetto al +6,68% nel 2017 e al + 9,81% nel 2016. Il gruppo (che controlla i marchi Zara, Pull&Bear, Massimo Dutti, Bershka, Oysho e Stradivarius) ha dichiarato di aver sofferto l’impatto dei tassi di cambio, senza il quale il suo profitto sarebbe aumentato del 12% e il suo fatturato del 7%. Inditex, che ha aveva 7.475 punti vendita alla fine del 2018, sta proseguendo nel piano di ristrutturazione della rete distributiva, in corso dal 2012, che porterà a molte chiusure e a punti vendita più grandi. “Smetterei di prestare attenzione al numero di negozi” ha detto Pablo Isla, presidente di Inditex, commentando così i risultati finanziari: “La nostra azienda ha compiuto uno sforzo di trasformazione molto importante e riteniamo di essere sulla strada giusta. Aspiriamo a diventare un’azienda completamente integrata, completamente digitale e totalmente sostenibile entro il 2020”. (mv)

Nell’immagine, interno di un centro logistico Inditex (foto tratta da inditex.com)

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