Butta male per Stella McCartney. L’ultimo bilancio testimonia lo scenario prossimo al disastro di una società che ha, ora come ora, al massimo tre anni di autonomia prima di chiudere. E il fatto che il brand chiuda con 9 anni di anticipo sulla scadenza del contratto di affitto il flagship store di Londra (in Bond Street, da foto) è il segno di una crisi ancora senza sbocchi. Come scrive Glitz.Paris, dopo la risoluzione della partnership con LVMH la stilista/militante vegana non ha ancora trovato nuovi finanziatori: in questa cornice, certe politiche di grandeur non sono più sostenibili.
Butta male per Stella
McCartney ha aperto il flagship store londinese nel 2018 con l’intenzione, scrive Glitz.Paris, di giocare sullo stesso tavolo dei grandi che hanno vetrine nell’arteria del lusso. Sette anni dopo, McCartney ammaina la bandiera quando non solo non è arrivata mai a competere con i Prada e i Ferragamo. Ma quando il giro d’affari annuo del brand vegano è inferiore a quanto le succitate griffe “incassano nella sola boutique di Bond Street”. Da Stella McCartney gettano acqua sul fuoco: quella londinese è solo una relocation. Ma a Glitz.Paris non risulta che ci siano nuove aperture in programma nella capitale inglese.
Il socio
A inizio 2025 LVMH è uscita dal sodalizio con Stella McCartney dopo averci investito 111 milioni di euro in 5 anni. La stilista inglese, che aveva potuto contare tra il 2001 e il 2018 sul sostegno di Kering, ha ritrovato la propria “indipendenza”, scrivevano i giornali. Si è trovata sguarnita, diciamo noi. Glitz.Paris lo scorso febbraio sosteneva che, tramite Divesh Makan (fondatore Iconiq Capital), McCartney contava di trovare nuovi finanziatori tra la Silicon Valley e il jet set hollywoodiano. Non è ancora accaduto, mentre ormai anche la sua popolarità è in declino. Il volto della moda britannica, scrive Telegraph, ormai è Victoria Beckham.
Leggi anche: