L’e-commerce dell’usato di lusso negli States vale una fortuna: dalla moda il 49% degli affari

Abbigliamento, calzature e accessori rappresentano il 49% del giro d’affari dei siti di vendita dell’usato negli States e, al contempo, la categoria merceologica che conosce l’indice di crescita più alto. Sommando agli affari dei portali digitali quelli dei negozietti fisici, fino al 2021 il settore resale dovrebbe progredire del 13% annuo, arrivando a valere 18 miliardi di dollari. Lo sostiene un report di Fung Global Retail & Technology per la e-boutique thredUp sulle prospettive dell’e-commerce per prodotti di seconda mano negli USA. I portali statunitensi, in vista soprattutto per la capacità di offrire sia un servizio utile che un’esperienza piacevole, puntano sull’alto di gamma e su prodotti in buone condizioni: i codici di qualità sono stringenti e il 60% della merce proposta è rigettata proprio perché non all’altezza delle aspettative. Il business è trasversale alle generazioni: l’analisi dell’utenza della piattaforma d’alto di gamma RealReal dice che il 30% della clientela è composta da Millennials (nati tra l’84 e il 2000), il 25% da Baby Boomer (nati dal 1945 al 1964), il 25% da Generazione X (nati tra il 1965 e il 1984) e il 32% da nati prima del 1945. Il margine di crescita è dato dalla fiducia che negli States circonda il settore: il 21% dei clienti si dice pronto ad acquistare di nuovo prodotti usati, mentre la stessa ricerca sostiene che le donne statunitensi non indossano il 60% dei capi del loro guardaroba. Il patrimonio rappresenta una riserva di merce da 220 miliardi di dollari complessivi.

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