Online erano falsi non solo i prodotti, ma anche i commenti. Alibaba vince causa contro pirati commerciali

Per la prima volta in Cina, una corte si è espressa a favore del gigante dell’e-commerce Alibaba, che aveva citato in giudizio una compagnia di Hangzhou (nella provincia del Zhejiang), Hangzhou Jianshi Network Technology, per aver creato sul web false compravendite di articoli unite a falsi commenti da parte di inesistenti acquirenti. In totale, sono stati 3.001 gli spazi web aperti da privati sulle piattaforme Taobao e Tmall che si erano rivolti a questa compagnia per ottenere l’inserimento di acquisti mai effettuati e di commenti positivi sui prodotti posti in vendita, tra cui figuravano soprattutto scarpe, borse ed accessori. In questo modo, tra settembre 2014 e marzo 2016, Hangzhou Jianshi Network Technology aveva incassato 360.000 yuan, pari a 46.000 euro, versati da chi aveva aperto le pagine. Alibaba aveva citato in giudizio la compagnia lo scorso dicembre, chiedendo 2,16 milioni di yuan di rimborso per danni (277.500 euro). La corte del distretto di Xihu, nella città di Hangzhou, ha condannato in via definitiva la compagnia in questione a versare ad Alibaba 202.000 yuan, pari a 26.000 euro, per aver violato la legge sulla concorrenza e aver influenzato il normale andamento del mercato e-commerce in Cina. In un comunicato il gruppo Alibaba ha ufficialmente espresso la propria soddisfazione, sottolineando come obiettivo di Alibaba sia quello di combattere i prodotti fake come pure i falsi commenti postati sul web che possono condizionare eccessivamente le scelte della clientela al momento dell’acquisto online. Nella foto: Jack Ma, amminstratore delegato di Alibaba.

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