La fusione tra Saks Fifth Avenue e Neiman Marcus, avvenuta lo scorso anno con un investimento da 2,7 miliardi di dollari, avrebbe dovuto consolidare la posizione del gruppo come punto di riferimento nel settore del lusso. E invece, pare che l’unione non fa la forza. A distanza di mesi, infatti, i segnali sono tutt’altro che positivi. Le due catene stanno perdendo terreno rispetto a competitor come Nordstrom e Bloomingdale’s, che invece registrano una crescita delle vendite. I dati più recenti indicano un calo significativo dei ricavi per entrambi i brand, accompagnato da contrasti con i fornitori e un peggioramento nell’esperienza dei clienti.
L’unione non fa la forza
Secondo un’analisi condotta da Bloomberg, le vendite di Saks sono diminuite del 16% nel secondo trimestre del 2025, mentre quelle di Neiman Marcus e Bergdorf Goodman sono scese del 10% nello stesso periodo. Il mese di giugno è stato particolarmente critico, con perdite superiori al 25%. Al contrario, le catene concorrenti Bloomingdale’s e Nordstrom hanno visto i loro ricavi aumentare di oltre il 10%. I dati analizzati da Bloomberg prendono in considerazione le transazioni effettuate con carte di debito e credito e l’analisi copre milioni di acquisti, offrendo una visione tendenziale del comportamento dei consumatori. Ma con una precisazione. Saks, Neiman Marcus e Bergdorf Goodman vendono prodotti di lusso più costosi rispetto ai concorrenti. È quindi possibile che i dati non riflettano tutte le spese dei clienti più ricchi, che spesso preferiscono usare carte di credito premium rispetto alle carte di debito.
Le altre insidie
Saks Global, il nuovo nome della società nata dalla fusione, ha dovuto affrontare una serie di sfide operative, aggravate dalla necessità di saldare oltre 275 milioni di dollari in fatture arretrate. Parallelamente alle difficoltà economiche, Saks e Neiman Marcus stanno affrontando un peggioramento dell’esperienza cliente. Le recensioni negative sono aumentate negli ultimi mesi, con numerose segnalazioni di pacchi danneggiati, resi problematici e rimborsi in ritardo. Questo ha messo in discussione la promessa di un servizio di alto livello tipico del retail di lusso. Come sottolinea The Business of Fashion, tra l’altro, in vista della cruciale stagione delle festività (soprattutto natalizie), la catena deve fare i conti anche con la reticenza di alcuni fornitori, che preferiscono rallentare le spedizioni per paura di non essere pagati.
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