Per il retail una notizia buona (la polacca CCC cresce a doppia cifra) e tante negative: Brantano e Vivarte nella palude, VF vende

Nel primo trimestre 2017, il retailer polacco CCC ha incrementato le vendite del 34,8% arrivando a 170 milioni di euro. Nel solo mese di marzo i ricavi sono aumentati addirittura del 50,2% rispetto a marzo 2016, anno alla fine del quale CCC contava 862 negozi in 16 paesi. Il successo del gruppo polacco è un’eccezione. La situazione si mercato in Europa si complica sia per Vivarte che per Brantano. A Parigi i sindacati si sono mobilitati davanti la sede di Vivarte, che minaccia di tagliare 900 posti di lavoro tra quelli del marchio La Halle e quelli di Vivarte Services. I sindacati però temono altri tagli visto che il ceo Patrick Puy ha parlato più volte di “esternalizzazione della logistica nel 2018”, mossa che metterebbe a repentaglio altri 600 posti. La giustizia francese si pronuncerà il 27 aprile su una richiesta della confederazione sindacale francese di affidare ad un perito la gestione dei conti del retailer. Nel Regno Unito il futuro dei 73 negozi Brantano e dei suoi 1086 dipendenti è ancora incerto soprattutto dopo che gli amministratori non sono riusciti a trovare un acquirente nelle ultime settimana. Tony Barrell della PwC, uno dei due amministratori nominati dal Tribunale il 22 marzo scorso, ha detto che: “Come molti altri rivenditori, Brantano è stata colpita duramente anche dal forte calo della sterline, dal cambiamento in corso delle abitudini di acquisto dei consumatori e dell’evoluzione del retail nel Regno Unito”. La crisi del retail impone trasformazioni in tutto il mondo, non solo in Europa. Negli USA la catena Macy’s è in vendita, mentre VF Corp. e BCBG Max Azria Group, per motivazioni diverse, vogliono liberarsi dei marchi. VF, dopo aver ceduto la divisione sportiva (tra cui il marchio Majestic) a Fanatics, ha dichiarato che in futuro punterà solo su Vans, The North Face e Timberland. Anche BCBG ha raggiunto un accordo con il gruppo Global brand per la cessione sula base di 2 milioni di dollari dei diritti globali di distribuzione del suo marchio e di BCBG generation, fatta eccezione per la Repubblica di Corea. (mv)

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