Multa di 120 milioni di euro per Gucci. È accusato di aver abusivamente fissato i prezzi di rivendita in violazione delle norme UE sulla concorrenza. Nella stessa indagine la Commissione europea ha multato anche Chloé per 19.690.000 euro (riduzione del 15%) e Loewe per 18.009.000 euro (riduzione del 50%). Le sanzioni sono state ridotte per la collaborazione dei brand con la Commissione. “Questa decisione invia un forte segnale all’industria della moda e non solo – ha commentato le commissaria europea alla concorrenza Teresa Ribera –. Non tollereremo questo tipo di pratiche: la concorrenza leale e la tutela dei consumatori valgono per tutti, in egual misura”.
Dannati prezzi
I prezzi sono l’ossessione delle aziende del lusso, nonché un problema: aumentandoli, hanno perso una fetta considerevole di clientela. Oggi arriva una nuova grana. Secondo la Commissione Europea, Gucci, Chloé e Loewe hanno adottato una pratica definita “Resale Price Statement” (RPM), limitando la libertà dei loro rivenditori indipendenti online e fisici di stabilire i prezzi di vendita per quasi l’intera gamma di prodotti. Le tre griffe hanno obbligato i rivenditori a non discostarsi dai prezzi di vendita al dettaglio raccomandati e dai tassi di sconto massimi praticabili (quando praticabili: a volte mai) e ad attenersi a periodi specifici di vendita. I commercianti, in pratica, dovevano seguire i prezzi e le condizioni di vendita applicate nei canali di vendita diretta dei tre brand. Che hanno monitorato i prezzi dei rivenditori e li hanno contattati nei casi in cui non rispettavano le indicazioni (fonte Borsa Italiana). Gucci ha addirittura chiesto ad e-tailer di interrompere la vendita degli articoli di una specifica linea.
La durata delle violazioni
La durata delle violazioni va dal 2015 per Gucci e Loewe e dal 2019 per Chloé (gruppo Richemont). A mettere fine alle pratiche è stata nell’aprile 2023 l’ispezione a sorpresa dell’Antitrust, racconta Fashion Network. I brand hanno collaborato con gli investigatori, dicevamo. Gucci ha addirittura autodenunciato una violazione delle norme Antitrust non ancora nota alla Commissione. Da Gucci (brand ammiraglio del gruppo Kering) dichiarano che l’impatto finanziario della sanzione è stato accantonato nei risultati del primo semestre del 2025, scrive Reuters. Mentre Loewe (che fa invece capo al gruppo LVMH) si è impegnato a operare “nel rigoroso rispetto delle leggi antitrust”. (mv)
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