In the name of leather: ecco la nuova Lineapelle Designers Edition

In the name of leather: ecco la nuova Lineapelle Designers Edition

Iniziamo dalla fine, da una frase di Daniele Amato: designer, titolare del brand Amato Daniele, erede della tradizione pellettiera di famiglia “targata” Leu Locati. L’ha pronunciata questa mattina a Milano, all’interno di Spazio Lineapelle, in occasione della presentazione dell’ottava edizione del progetto Lineapelle Designers Edition, in programma dal 23 al 29 settembre. Eccola: “Lavorare con la pelle è al tempo stesso una sfida e una soddisfazione. La soddisfazione sia nostra che del cliente, quando riesci a far passare il concetto che sta scegliendo un prodotto che, perché realizzato in pelle, dura davvero nel tempo. La sfida sta, invece, proprio nel riuscire a comunicare questo valore”. Parole che riassumono la scintilla che ha permesso a Lineapelle e UNIC – Concerie Italiane di dare vita a Lineapelle Designers Edition e la ragione per cui la prossima, imminente edizione gioca al rialzo. Sempre con l’obiettivo di dare spazio alla creatività giovane e indipendente. Sempre. Invariabilmente, in the name of leather.

In the name of leather

La nuova edizione di Lineapelle Designers Edition mette in mostra alcune essenziali novità. Prima di tutto, la location. Le sfilate – che saranno 9 – escono da Lineapelle e da Fiera Milano Rho per posizionarsi (il 25, 26 e 27 settembre) all’interno di una tensostruttura allestita ad hoc in centro Milano: in Piazza Giuseppe Tomasi di Lampedusa. In altre parole, davanti a Spazio Lineapelle, dove (dal 23 al 29 settembre) si svolgeranno le presentazioni di 8 brand specializzati in accessori. Supernovità, dunque.

 

 

Sfilate e presentazioni

“I brand che presenteranno le collezioni Spring/Summer 2026 – si legge in una nota – saranno: 1972 DESA, AGG Anton Giulio Grande, Alberto Zambelli, Chronos Corps, LEONARDOVALENTINI | Laboratorio Riciclo Pelle, Lorenzo Seghezzi, Maragno, Marco Rambaldi, Mastewal. Le presentazioni di accessori vedranno invece, protagonisti i brand: Absent Findings, Amato Daniele, Biagini, Dienèe, DOYS, Dúběn, PabePabe, TVL | TheVerticaline”.

Una storia che arriva da lontano

Il rapporto di Lineapelle con il futuro dello stile arriva da lontano, come ha ricordato l’amministratore delegato della fiera, Fulvia Bacchi. “Lo facciamo dal 1984. Da quando, cioè, lanciammo il Concorso Giovani Designers. Ora Lineapelle Designers Edition è giunto alla sua ottava edizione, diventando un punto di riferimento per tutti i giovani creativi che si cimentano con la pelle italiana”. Un impegno promozionale a più livelli che ha, però, anche profonde radici formative. “Nell’ultimo anno, teniamo in media – continua Bacchi – circa 270 corsi di formazione che coinvolgono oltre 7.000 partecipanti: studenti di scuole di moda (più di 75 italiane, oltre 30 estere) e manager aziendali. Abbiamo questo vizio: far di tutto per fare conoscere la pelle italiana”. Per esempio “apriremo una library di pellami in Corea. Partecipiamo ad Adotta una Scuola, progetto di Fondazione Altagamma. Siamo partner attivi del concorso Mittelmoda. Lavoriamo con scuole elementari e medie. E abbiamo attivato molte altre collaborazioni importanti, come quella con CNMI Fashion Trust”.

Oltre il “semplice” sostegno

A proposito di CNMI Fashion Trust, Umberta Gnutti Beretta, rappresentante del progetto, spiega che “Il Fashion Trust sta raggiungendo i suoi obiettivi anche grazie al rapporto con realtà come Lineapelle, il cui lavoro è davvero importante per fare capire la pelle e permettere ai giovani creativi di conoscere questo materiale vincendone la loro poco consapevolezza”. In questo senso, il sostegno di “Lineapelle è andato oltre l’essere diventato un nostro supporter con una serie di attività – come Lineapelle Designers Edition – che sostengono i giovani creativi indipendenti in modo attivo”. La conferma arriva da uno degli stilisti coinvolti nel progetto, Marco Rambaldi. “Il lavoro dal Fashion Trust con Lineapelle penso ci possa permettere di parlare di un sistema con una visione concreta sul futuro. Per noi designer indipendenti è fondamentale, perché spesso ci sentiamo abbandonati, lasciati a noi stessi”.

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