Domínguez abdica alla moda vegana e torna alla pelle, perdendo così un adepto illustre. Dopo anni di plastiche travestite da alternative etiche, il marchio spagnolo rimette la pelle al centro, rivendicandola come materia viva, resistente, capace di invecchiare con dignità. L’annuncio, arrivato attraverso LinkedIn, mette in luce una scelta che non è solo estetica, ma culturale. La pelle diventa così manifesto di autenticità e di sostenibilità concreta. In un settore che spesso si rifugia nelle mode passeggere, Adolfo Domínguez sceglie di puntare su ciò che resiste al tempo, facendosi affascinare di nuovo dalla pelle.
Domínguez abdica alla moda vegana
Nel 2010 il marchio aveva bandito pellicce e materiali esotici, imponendo regole severe ai fornitori e guadagnandosi la reputazione di brand etico. Oggi, invece, la pelle rientra in scena con una narrativa diversa. Non più simbolo di sfruttamento, ma sottoprodotto dell’industria della carne, tracciato e certificato. Il designer difende quindi la pelle come materia prima nobile, capace di durare e trasformarsi, a differenza dei sostituti plastici che finiscono per diventare rifiuti. A tutti gli effetti un cambio di paradigma che abbatte il mito del “vegano = sostenibile” e rilancia il valore di un materiale che accompagna l’uomo da secoli.
Un atto di coraggio
La scelta di Domínguez si inserisce in un dibattito cruciale: puntare su polimeri sintetici difficili da riciclare o tornare a materiali naturali che hanno una vita lunga e dignitosa? Le borse “Leather Not Leather” avevano incarnato la fase vegana del marchio, ma oggi l’azienda rivendica la pelle come simbolo di autenticità e di sostenibilità vera. Un atto di coraggio, quindi. La pelle non solo resiste, ma migliora con il tempo, raccontando storie e carattere. In un’epoca di fast fashion e materiali usa e getta, Domínguez sceglie di schierarsi. Di nuovo.
Foto Adolfo Domínguez
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