La filiera della moda è femminile: la quota rosa della manodopera nel tessile-abbigliamento è del 59,3% (nel 2023), contro la media del 28,9% dell’industria manifatturiera. E nelle PMI artigiane quasi 3 CEO su 4 sono donne. Ma dall’edizione 2025 del Barometro Donne e Moda (promosso dall’ufficio studi di PwC Italia con Il Foglio della Moda) si evince che c’è ancora un grande problema. Nel 2024 meno di 1 ruolo apicale su 3 negli organi societari della moda italiana era occupato da donne. “La strada per la parità di genere nella moda italiana è ancora lunga” commenta Erika Andreetta di PwC.
“Donne e Moda: il Barometro 2025”
L’osservatorio, giunto alla quinta edizione, ha analizzato 68.135 imprese con i dati di Confindustria Moda e Confindustria Accessori Moda. A questo campione ha aggiunto le visure di 106 aziende associate a CNMI-Camera Nazionale della Moda Italiana. Per PwC, la presenza femminile nei CdA è cresciuta del 4,5% rispetto al 2020, arrivando al 25,8%. Un dato inferiore al Regno Unito (34%), agli USA (40%) e alla Francia (47%). Per Andreetta sono “segnali incoraggianti che confermano una crescente sensibilità da parte delle aziende”, ma la strada è ancora lunga. Per cui occorre “mettere il lavoro femminile al centro dell’agenda politica ed economica del Paese – sono le sue parole riprese da Fashion Network –. Ciò può generare un effetto domino positivo”. Quale? “La preservazione delle filiere, risorse per welfare e formazione, occupazione qualificata e valorizzazione delle competenze femminili, anche in ambito tecnico e STEM”.
La maternità e i settori
Per il 22% delle PMI intervistate la maternità è ancora percepita come un ostacolo all’avanzamento di carriera. L’introduzione di strumenti di welfare aziendale per alleggerire il carico sulle famiglie potrebbe essere uno strumento efficace per migliorare la situazione. Purtroppo, oltre la metà del campione dichiara di non avere strumenti di welfare a sostegno della genitorialità. Nei settori della calzatura, pelletteria, pellicceria e concia, le donne rappresentano il 49,6% degli occupati (74.353 addette), di cui circa il 10% con un inquadramento contrattuale a tempo determinato. Il 70,5% ricopre ruoli operativi, il 27,5% amministrativi e solo il 2% lavora in posizioni dirigenziali. Complessivamente, l’11,3% delle addette ha meno di 29 anni, il 17% ha tra 30 e 39 anni, il 29% tra 40 e 49 anni, il 35% tra 50 e 59 anni e il 7,5% ha oltre 60 anni.
I riconoscimenti
La pubblicazione dei risultati dell’Osservatorio è anche l’occasione per il riconoscimento alle aziende virtuose. Nella categoria “C-Suite” (presenza femminile nel consiglio di amministrazione e nei ruoli apicali) si è affermata Moncler, che vanta il 40% del CdA in rosa e il 41% del top management. Per lo stesso riconoscimento era in short list anche Manifattura di Domodossola. Alla sezione “Empowerment” (politiche culturali a favore delle carriere femminili in azienda) ha vinto Albatros, pelletteria toscana fondata da Roberta Ghini di cui la giuria ha apprezzato l’impegno per la formazione del personale. (mv/rp)
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