Prada: -10% nel 2016. “A gennaio di nuovo in positivo”, rassicura Bertelli. Segnali da Russia e Cina. E adesso (finalmente) “definiamo la strategia digitale”

“Nel 2016 abbiamo attuato una profonda fase di razionalizzazione dei processi operativi e gestionali, tutt’ora in corso, identificando al tempo stesso importanti linee di azione per lo sviluppo futuro del gruppo”. Così parlo Patrizio Bertelli, ceo di Prada, ieri, a margine della presentazione dei dati di bilancio del suo gruppo, spiegando e giustificando la perdita del 10% del giro d’affari generato nel 2016 (esercizio fiscale chiuso il 31 gennaio) che ha fatto scendere il fatturato a 3,18 miliardi di euro. Uno scivolone quasi “atteso” e in parte compensato dalla dichiarazione, sempre di Bertelli, che “gennaio, in particolare, è tornato in territorio positivo”. Piccola consolazione ed embrionale speranza che questo 2017 possa invertire la rotta, dopo che l’anno scorso il calo di Prada è stato piuttosto generalizzato: Asia-Pacifico e America -12%, Giappone -13%, Medio Oriente -10%, Europa -5%. Segnali positivi: la (ri)crescita della Russia (“a due cifre”, comunicano da Prada), il miglioramento di Londra (“favorito dalla sterlina debole”), il lieve recupero francese e buon trend del secondo semestre riscontrato in Cina e a Hong Kong. Tanto, però, Prada ha da fare, e lo ammette lo stesso Bertelli. In particolare in ambito digitale, dove secondo molti analisti la griffe arriva con un profondo ritardo. «Dobbiamo, in particolare, definire la nostra strategia digitale – ha precisato Bertelli – con la costituzione di un team con elevate competenze ed esperienze professionali derivanti dal mondo delle tecnologie digitali e new media. Inoltre, stiamo rafforzando la struttura manageriale in ambito retail, con l’obiettivo di integrare il canale online e tradizionale in una dimensione veramente innovativa”.

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