La carenza di microchip rovina il buon 2021 di Faurecia e Lear

La carenza di microchip rovina il buon 2021 di Faurecia e Lear

La carenza di microchip mette Faurecia e Lear al palo. Il problema dell’approvvigionamento dei semiconduttori sta condizionando le vendite dei due colossi di forniture per l’automotive. Entrambi chiudono il terzo trimestre con vendite in calo. Nonostante ciò, il confronto sui 9 mesi fin qui trascorsi resta positivo.

La carenza di microchip

Faurecia, produttore francese di componenti per auto, nel terzo trimestre registra il -10,4% su base annua (3,43 miliardi). Nei primi 9 mesi dell’anno, in ogni caso, Faurecia ha incassato 11,2 miliardi di euro, cioè il +13,1% sul 2020. “Le condizioni di mercato sono rimaste difficili nell’ultimo trimestre, influenzate da condizioni avverse della catena di approvvigionamento, principalmente semiconduttori – commenta il CEO Patrick Koller -. In queste difficili condizioni, Faurecia ha comunque raggiunto una solida sovraperformance delle vendite e conferma la sua capacità di ottenere una forte leva operativa nel 2021″.

I problemi di Lear

Frena anche Lear, che nel corso del terzo trimestre registra un utile netto negativo per 27 milioni di dollari. Le vendite della società statunitense in questo periodo ammontano a 4,3 miliardi di dollari (-13%). La società ha abbassato le sue prospettive per l’intero anno a un intervallo di vendita di 18,8 – 19,2 miliardi, rispetto ai 19,7 miliardi – 20,5 miliardi previsti in agosto. “Ci stiamo muovendo nella giusta direzione – spiega Ray Scott, presidente e CEO di Lear –. I problemi a breve termine saranno alle nostre spalle: ci siamo posizionati per il successo a lungo termine”. In questo periodo Lear ha firmato un accordo per l’acquisizione della divisione Interior Comfort di Kongsberg Automotive. (art)

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