USA-Messico, pace fatta: niente dazi. Così l’investimento di BMW è salvo

Almeno una delle guerre commerciali animate da Donald Trump conosce l’epilogo prima ancora di essere combattuta. L’8 giugno il governo degli Stati Uniti e del Messico hanno diramato una nota congiunta per annunciare un nuovo accordo di collaborazione per la gestione dei flussi migratori dall’America latina verso gli States. Ne consegue, come ha integrato l’inquilino della Casa Bianca, che l’escalation tariffaria per colpire l’import messicano è “sospesa a tempo indefinito”. Trump aveva minacciato di colpire il partner meridionale con un dazio progressivo, inizialmente al 5% ma estendibile fino al 25% a seconda della durata dei negoziati tra i Paesi.
Sospiro di sollievo
Può certamente dirsi rasserenato il gruppo BMW, che il 5 giugno ha inaugurato a San Luis Potosi (Messico, per l’appunto) lo stabilimento per la produzione di veicoli BMW Serie 3 Sedan. Il marchio tedesco ha investito oltre un miliardo di dollari nell’impianto, che già impiega 2.500 persone e (quando girerà a pieno ritmo) sfornerà 175.000 vetture l’anno. Per BMW, che (come comunica) vede nel Messico un luogo strategico perché membro con Canada e USA dell’area di libero scambia NAFTA, sapere che il confine nord rimane aperto è certamente una buona notizia.

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