Agitazione in L’Autre Chose: pagamenti in ritardo e incertezze

Agitazione in L’Autre Chose: pagamenti in ritardo e incertezze

Dipendenti sul piede di guerra in L’Autre Chose. Lunedì 15 novembre una quarantina di addetti dell’azienda a Porto Sant’Elpidio (Fermo) ha incrociato le braccia per 4 ore. Protestavano per i pagamenti in ritardo e per le incertezze sul futuro dell’azienda. Lo comunicano le organizzazioni sindacali. Per il momento la proprietà, il fondo Sator, da noi contattato, preferisce non commentare.

Pagamenti in ritardo

L’Autre Chose controlla anche il marchio Giannico. Conta circa 90 dipendenti, di cui 63 sono impiegati nella sede di Porto Sant’Elpidio, mentre gli altri lavorano nei negozi gestiti dal marchio. Secondo le organizzazioni Filctem CGIL e Femca CISL circa 40 dipendenti hanno aderito allo sciopero di 4 ore proclamato nel pomeriggio del 15 novembre. “Un atto estremo, ma necessario – recita la nota –. Atto dovuto alle incertezze alle quali lavoratrici e lavoratori dell’azienda sono giornalmente sottoposti. Sia in vista delle scadenze dei pagamenti dei salari sia sulla corretta, continuativa e certa prosecuzione del lavoro”.

 

 

I motivi di allarme

I sindacati parlano di carenza di risorse finanziare. Ne conseguirebbero ripercussioni sui pagamenti a dipendenti, ma anche a fornitori e terzisti. Chiedono all’azienda garanzie “sulla continuità delle attività produttive e sulla regolarità del pagamento di salari e tredicesime”. Ma anche “un intervento urgente per sbloccare la situazione di stallo e di fermo produttivo dovuto alla mancanza di liquidità”. Per il momento non ci sono stati segnali da parte della proprietà, il fondo Sator. (mv)

Leggi anche:

CONTENUTI PREMIUM

Scegli uno dei nostri piani di abbonamento

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
iscriviti adesso
×