Charles Jourdan: c’era una volta e c’è ancora. La rinascita del brand calzaturiero francese sarà “accessibile”

Due anni, gli ultimi, “utilizzati per fare tabula rasa, lavorare su una pagina bianca e progettare un rilancio basato su investimenti significativi”. Poche parole, molto chiare, quelle utilizzate da Jean-François Ferrandiz, general manager della griffe calzaturiera Charles Jourdan. Fanno parte di un’intervista pubblicata da FashionNetwork.com, nella quale viene alzato il sipario su quello che, sperano in molti, possa essere il vero e definitivo rilancio dello storico brand francese, da orami 10 anni preda di una crisi quasi terminale. Rilevato nel 2008, quando era a un passo dal fallimento, dal Groupe Royer (titolare, tra gli altri, anche della licenza Kickers). Crollato nel 2013 con conseguente vendita del sito produttivo di Romans-sur-Isère. Rimasto in vita, come marchio, solo sul mercato giapponese (sotto licenza della trading company Itochu). Queste le tappe di un tracollo che oggi approda a una nuova fase: “Il marchio è eccezionale e possiede un potenziale incredibile”, dice Ferrandiz (arrivato alla guida di CJ nel 2014), ma per garantirsi un futuro deve, in un certo modo, cambiare pelle. Tradotto: approcciare una fascia di mercato differente, “media-alta, molto aggressiva”. In pratica, anche Charles Jourdan entra nel ring del lusso accessibile: “Prezzo medio? Inferiore ai 400 euro: il 40% in meno rispetto al passato”. Non solo: “Meno scarpe da sera, più modelli da città”. Quelle da donna, disegnate da un team interno, sono prodotte in Spagna, come gli accessori di pelletteria. Le collezioni maschili sono in fase di sviluppo, mentre in via di definizione anche una “inevitabile” collezione di sneaker che dovrebbe essere affidata ai francesi della Compagnie Vosgienne de la Chaussure.

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