I dazi non sostengono il settore calzaturiero colombiano, che ha guadagnato soltanto il 2,6% in termini di produzione. Lo riconosce il presidente dell’associazione locale, Acicam, Luis Gustavo Flórez Enciso. In un’intervista rilasciata al quotidiano La Vanguardia, Flórez difende comunque la misura applicata dal governo di Bogotà su richiesta del settore: “Si sono ridotte le importazioni, soprattutto quelle di fascia economica. Tra gennaio e aprile, ultimi dati ufficiali, l’import di scarpe sotto un dollaro a paio è crollato del 58%”. Per Acicam, il valore del dazio consiste prevalentemente nel ridurre i fenomeni di sottofatturazione e contrabbando. “Anche se l’aumento di produzione non è quello che speravamo, siamo di fronte a un cambio di tendenza rispetto all’anno passato. È cresciuta anche la produzione di pelli e cuoio”. Il problema del contrabbando è stato accumunato a quello del narcotraffico: “Esistono mafie dedicate non solo nella calzatura, ma anche nel comparto dell’abbigliamento e della produzione di liquori, che stanno mettendo fuori gioco l’industria colombiana”. Le principali origini dell’import calzaturiero sono Cina e Brasile. La previsione a fine anno, secondo Flórez, sono di un aumento produttivo vicino al 5%. (ag)
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