Digital China Shoes: i data analytics invadono 20.000 negozi Belle International. Obiettivo: personalizzazione di massa

Cosa ci fanno dei sensori posti sotto la moquette dei principali negozi di Belle International, colosso cinese della calzatura? Semplice. Da circa un anno i data analytics hanno assunto un ruolo primario in molti del 20.000 punti vendita Belle, ovvero da quando Hillhouse Capital, CDH Investments e due funzionari della multinazionale hanno ultimato la privatizzazione dell’azienda e portato in cassa quasi sette miliardi di dollari. Obiettivo: far svoltare in positivo i conti dopo 19 bilanci trimestrali consecutivi in rosso. Zhang Lei, il ceo, ha spiegato alla rivista Fortune “che i nostri visitatori, fra i 6 e gli 8 milioni al giorno, sono stati definiti Utenti Quotidiani Attivi e abbiamo cercato di far sentire orgogliosi e produttivi i nostri 120.000 commessi”. Una delle strategie, quindi, è porre sensori a radiofrequenza sotto alcuni modelli di scarpa e sotto le moquette, per analizzare presenze e contatti, comparare i dati alla vendita delle scarpe esposte, capire quando un prodotto è toccato, ma non acquistato e regolarsi di conseguenza. Lo scanner 3D in negozio è poi diventato uno strumento di servizio per misurare con esattezza le calzate, valutare quelle “non uniformi” e dare vita a quella che Zhang immagina essere in futuro “la personalizzazione di massa che è funzione dalla dimensione del piede e dell‘estensione del suo arco”. (pt)

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