I dispacci CIA svelano il mercato delle scarpe sotto il patto di Varsavia: le migliori erano le cecoslovacche

Negli anni ’50 le migliori scarpe dell’Europa dell’Est venivano prodotte dalla Cecoslovacchia, che poi le esportava negli altri Paesi del patto di Varsavia. Costavano 500 rubli, rispetto ai 53 rubli di quelle più economiche che però “si rompono dopo tre mesi”. Sono alcuni estratti degli oltre 12 milioni di documenti riservati dei dispacci dei servizi segreti americani (anni ’40 – ’90) pubblicati dalla CIA. I servizi segreti americani annotano come nel 1951 “gli abitanti di Riga sanno vestir bene. Gli uomini indossano abiti dignitosi, cappotti, cravatte, scarpe buone. Scarpe e accessori migliori sono quelli importati dalla Cecoslovacchia. Nel complesso il lettone preferisce risparmiare qualcosa sul mangiare, piuttosto che mostrarsi trasandato per strada”. Come riporta il sito East Journal, nel 1953 si parla espressamente di calzature in Lettonia: “Le scarpe più a buon mercato, del materiale più scadente, costano 53 rubli, ma si rompono già dopo tre mesi. Scarpe di pelle modesta costano almeno 350 rubli, scarpe con soletta di gomma importate dalla Cecoslovacchia 500 rubli. Gli stivali di gomma sono praticamente introvabili. Per la fornitura di stivali ci vuole uno speciale certificato del kolkhoz…”. (mv)

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