Il 2018 della scarpa italiana: il valore dell’export cresce, i volumi calano

La calzatura italiana chiude il 2018 con il sorriso. Secondo i dati ISTAT elaborati dal Centro Studi Confindustria Moda per Assocalzaturifici, l’ultimo trimestre del 2018 è stato caratterizzato da una nuova accelerazione per l’export di calzature e componentistica che, dopo un terzo trimestre fiacco (+0,9%), hanno fatto registrare un tendenziale e confortante +7,4% in valore.
Complessivamente, per l’intero anno 2018, l’export di calzature finite e componentistica dovrebbe aver superato i 9,85 miliardi di euro (erano 9,51 miliardi l’anno precedente), con un incremento complessivo del 3,6%, nonostante la frenata pari a circa il 3% mostrata dalla componentistica. Un altro dato però non può essere trascurato e riguarda le paia esportate: sono diminuite del 3,5% (parliamo di calzature finite) “a conferma del quadro ancora complesso della domanda internazionale e delle difficoltà registrate in diversi distretti produttivi” si legge nella nota inviata da Assocalzaturifici che poi analizza: “L’impennata nei prezzi medi sottende andamenti positivi per le produzioni dell’alto di gamma, ribadendo al tempo stesso il ruolo determinante, nei risultati settoriali, svolto dai grandi brand internazionali del lusso” e quindi del terzismo made in Italy. A livello regionale la maglia rosa del 2018 è la Lombardia, che ha incrementato il suo fatturato del +12,8% mentre la stessa cifra ma col segno “meno” davanti è stata registrata dalla Campania, maglia nera dello scorso anno. In base al fatturato il podio è composto nell’ordine da Veneto, Toscana e Lombardia. Per le province: Treviso, Firenze e Milano. (mv)
Foto La Conceria

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