Il made in Italy degli americani di Bells & Becks: contro l’omologazione (qualitativa e di prezzo) del mercato USA

Tamar Miller, executive manager calzaturiero da 25 anni (Gap, Macy’s e Lord and Taylor nel suo curriculum), ha lanciato una startup di calzature femminili made in Italy: Bells & Becks. “Siamo al 40% in meno del prezzo dei negozi” commenta Miller su Forbes riferendosi ai tre modelli “di lancio”: 185 dollari per i sandali, 345 per le flat, 365 per gli stivali alla caviglia. “Negli ultimi anni ho notato un’omologazione del prodotto dovuta al desiderio dei dettaglianti statunitensi di scendere di prezzo e offrire sconti: trovare qualcosa di diverso e di alta qualità è virtualmente impossibile”. La sua prima visita al Micam, due anni fa, è stata rivelatoria: “Ho visto un mondo di alta qualità che non è disponibile negli USA”. Miller spiega anche il percorso produttivo: “Erano molti i manifatturieri disponibili, ma combinare la mia visione estetica con il prodotto non è stato semplice, in qualche caso i campioni erano eccellenti in termine di stile, ma non ottenevo la qualità che cercavo”. Bell & Becks (nomi dei due figli di Miller) si considera una scarpa di massima qualità: “Considero la pelle l’unica opzione perché respira e fa respirare”. Il sito di Bell & Becks, prodotta nelle fabbriche italiane che confezionano anche Valentino e Jimmy Choo, è un manifesto promozionale del made in Italy: “Il consumatore statunitense chiede una scarpa diversa. La manifattura italiana ha sofferto la Cina, ma adesso ritengo possa conoscere la sua resurrezione perché è sinonimo di qualità e creatività”. (pt)

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