In attesa della ZES, la scarpa marchigiana chiede “aiuti subito!”

In attesa della ZES, la scarpa marchigiana chiede “aiuti subito!”

“Aiuti subito!”. Alla chiusura del periodo di ferie, la calzatura marchigiana rinnova il suo appello. Lo strumento dell’ACC – Area di Crisi Complessa, la cui efficacia non ha mai convinto gli operatori del settore, è stato messo in dubbio anche dall’amministrazione regionale. Questa potrebbe ridurne gli stanziamenti. La Regione punta alla ZES – Zona Economica Speciale. Qualora fosse effettivamente realizzabile, passeranno anni prima di vederla operativa. Nel frattempo la calzatura marchigiana rischia di vedere una cospicua riduzione degli aiuti.

Ok ZES

“Abbiamo avuto sempre perplessità sullo strumento dell’ACC per risolvere il problema del distretto. Perché? Limita gli interventi ad alcuni comuni e prevede investimenti troppo elevati per un territorio in crisi – commenta Matteo Piervincenzi, presidente della sezione calzaturiera in seno a Confindustria Macerata –. Se la Regione ritiene ZES uno strumento più efficace, va bene. Ma non possiamo aspettare anni. Qui ogni sei mesi ci sono aziende che chiudono e famiglie in difficoltà perché uno o due persone perdono il lavoro. Occorre che la Regione, in attesa di ZES, creda ed investa nel distretto calzaturiero e nel territorio con interventi immediati, a sostegno degli addetti e per l’accesso al credito delle aziende. Hanno bisogno di liquidità per investire ed affrontare la ripresa”.

 

 

“Aiuti subito!”

Sulla stessa linea è Valentino Fenni. Il reggente di Confindustria Centro Adriatico, nonché vicepresidente di Assocalzaturifici, usa una metafora gastronomica per spiegare la situazione: “Abbiamo bisogno di un pezzo di pane ora e per il prossimo anno. Non ci interessa la possibilità di poter mangiare una bistecca tra 4 anni. La decontribuzione del 30%, come quella che prevede il decreto Resto al Sud, è fondamentale per tutta l’economia marchigiana, non solo per la calzatura. Ma la Regione non ha potere decisionale. Ora si aspettano i fondi che dovrebbero arrivare dall’Europa e che la Regione deve saper impiegare. Cosa vogliamo noi calzaturieri? Abbiamo bisogno di chiarezza per poter guardare al futuro con maggiore serenità. Non di interventi spot”. (mv)

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