La parabola di Sandgrens, i sandali svedesi più forti della crisi

Ogni paio di sandali Sandgrens è cucito a mano presso la sede di Småland, nella foresta svedese. Il processo prevede 24 ore di lavorazione. I pellami usati per le tomaie arrivano da concerie italiane o statunitensi, mentre gli altri materiali necessari alla struttura della scarpa sono di origine europea. Un format semplice, che ha permesso all’azienda di superare indenne i passaggi generazionali e, soprattutto, l’ultima crisi.

Eccezionalità
Sandgrens, riporta Forbes, ha due doti eccezionali. La prima è la longevità: l’azienda ha aperto agli inizi del Novecento, ma ricerche documentali testimoniano membri della famiglia dediti alla calzatura già a metà del XIX secolo. La seconda è la resilienza: come sottolinea il magazine finanziario, Sandgrens è riuscito a sopravvivere alla crisi recente, che ha falcidiato le piccole e medie imprese svedesi, proprio in virtù della sua forte identità.

La storia familiare
A tenere oggi le redini dell’azienda è Dave Giese, presidente per via nuziale: ha sposato nel 2006 una rampolla della famiglia fondatrice ed è entrato nel business nel 2009, nel pieno della tempesta della crisi finanziaria. A seguire il lato produttivo, invece, c’è Christoffer Carlson: è il nipote di Sven, quello che negli anni ’50 del secolo scorso ha fatto fare a Sandgrens il salto di qualità industrializzando il processo. Chrisoffer ha lasciato la carriera medica per dedicarsi al business di famiglia.

Il team
Secondo Giese, la passione degli addetti è tanto importante quanto la perseveranza della famiglia: “Siamo orgogliosi di avere un team così splendido, sono loro che tengono viva la nostra tradizione di giorno in giorno”. Dipendono da loro anche le possibilità di Sandgrens di crescere negli USA, il principale mercato internazionale dove il brand intende svilupparsi.

Foto da sandgrensclogs.com

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