La scarpa fa quadrato dopo le polemiche su chi vende in Russia

La scarpa fa quadrato dopo le polemiche su chi vende in Russia

Dopo le polemiche, arrivano le prese di posizione delle associazioni che rappresentano la scarpa italiana. “Assocalzaturifici rispetta le sanzioni, ma è solidale con le aziende calzaturiere italiane che hanno partecipato a Obuv Mosca (26-29 aprile). Anche perché come associazione abbiamo il compito di supportare tutte le nostre imprese”. È la presa di posizione di Siro Badon, presidente dell’associazione aderente a Confindustria Moda, in merito alla discussa presenza delle aziende italiane al salone moscovita. Sulla stessa linea anche Gilberto Ballin, presidente di ACRIB, che precisa come nessuna azienda della confederata veneta sia stata presente al salone.

Lo scenario

“Supportiamo le imprese. Anche quelle che non hanno potuto fare a meno di partecipare alla fiera per vincoli contrattuali presi prima dello scatenarsi del conflitto in Ucraina – continua la nota di Badon (nella foto) –. Le aziende calzaturiere che lavorano con la Russia e con l’Ucraina non violano alcuna sanzione europea. Hanno lavorato e lavorano nel rispetto delle leggi internazionali”. E a chi sostiene che è un rischio legarsi troppo a un solo mercato, il presidente di Assocalzaturifici replica: “Sì, è vero, guardiamo infatti quello che sta accadendo dal punto di vista dell’approvvigionamento energetico”.

 

 

La risposta dopo le polemiche

Infine, l’appello a sopire le polemiche: “Invito tutti a calarsi nei problemi reali che le nostre aziende vivono quotidianamente”. Badon ricorda che se ci sono aziende che sono andate a Mosca, ci sono anche imprese che in Russia continuano l’operatività: “Semplicemente perché non possono fermarsi, nella speranza di poter ripartire appena le circostanze lo permetteranno. Questa è resilienza, non volontà di aggirare le sanzioni”.

Anche ACRIB

Esprime un pensiero analogo Gilberto Ballin, presidente ACRIB. Pur precisando che nessuna impresa aderente all’associazione era presente a Obuv Mosca (per dovere di cronaca va detto, invece, che in Russia hanno esposto due aziende associate ACRIB: Gritti e Donna Carolina, ndr) ha sottolineato la non violazione delle sanzioni da parte di alcuna impresa . Inoltre ha rimarcato come la partecipazione a Obuv Mosca da parte delle varie imprese sia il frutto della necessità contingente dettata dagli eventi. (mv)

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