La scarpa in Romagna: “Ci aspettiamo licenziamenti e chiusure”

La scarpa in Romagna: “Ci aspettiamo licenziamenti e chiusure”

“Ci aspettiamo licenziamenti e chiusure di aziende. Il rischio è perdere risorse, competenze, pezzi di filiera. Le griffe rischiano di non trovare più la stessa filiera che stanno abbandonando”. Sono parole di Gessica Lombardi (nella foto), presidente CNA Federmoda Forlì-Cesena e titolare di Bianco Accessori, azienda specializzata in decorazioni per accessori moda, calzatura e pelletteria con sede a San Mauro Pascoli. Secondo la stessa Lombardi nella stagione scorsa (produzione per l’estivo 2024) il calo è stato del 30%. In questa stagione (invernale 2024-2025) c’è un ulteriore decremento del 30%. “Ma potrebbe essere una percentuale sottostimata” avverte Lombardi.

“Ci aspettiamo licenziamenti e chiusure”

La crisi del lusso coinvolge tutti i distretti produttivi italiani. La situazione in Emilia-Romagna non differisce da quella toscana. “Già dalla scorsa estate il comparto della componentistica (suole, tacchi, accessori) aveva avvertito un rallentamento degli ordini. Gli interlocutori delle griffe avevano minimizzato e rassicurato sul futuro e abbiamo registrato un calo delle commesse del 30%. Ma questa stagione va ancora peggio, con una ulteriore riduzione del 30%” spiega Lombardi. Con un’aggravante: in precedenza, dice, le griffe avevano sempre avvertito i terzisti sull’andamento del flusso di ordini. Ora fanno scena muta.

 

 

26 settimane di CIG

Le imprese della filiera non hanno strumenti per poter affrontare la situazione se non ricorrere alla Cassa Integrazione. Per le artigiane, il limite massimo è di 26 settimane di CIG nell’arco di 2 anni. “Terminato il plafond, scattano i licenziamenti. Chi può chiudere, chiude” osserva l’imprenditrice romagnola. CNA e Confartigianato si sono rivolte al governo per chiedere un allungamento del limite di 26 settimane, ma il problema più grave è un altro. “Per un dipendente in Cassa Integrazione l’attuale costo della vita è insostenibile. Per cui prevediamo licenziamenti volontari affinché l’ormai ex dipendente possa lavorare in altri settori, più remunerativi. Ciò comporta la perdita di risorse e competenze. Facciamo sforzi inenarrabili per attirare i giovani e cosa gli possiamo prospettare?” termina Gessica Lombardi.

Mai vista una crisi così

La presidente di CNA Federmoda Forlì-Cesena non è la sola a parlare di questa situazione. Dalle colonne de Il Resto del Carlino, Roberta Alessandri, titolare di Smart Leather, osserva: “Neppure le generazioni precedenti hanno affrontato una crisi di queste proporzioni. Gli ordini si sono interrotti da un giorno all’altro. Non siamo dinanzi a un calo temporaneo. La percezione condivisa è che questa volta sarà difficile riemergere“. (mv)

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