L’azienda di famiglia e il ricambio generazionale: Assocalzaturifici fotografa il presente della scarpa italiana

Giovani più “freddi”, ma “aperti” rispetto ai senior che, però, mantengono le redini delle aziende. Su questo aspetto e sulla conseguente problematica del passaggio generazionale si è soffermata Assocalzaturifici che, insieme a LIUC Business School, ha realizzato la ricerca “L’azienda di famiglia? Una vera impresa! Il passaggio generazionale nell’industria a conduzione familiare” i cui risultati sono stati presentati durante la recente Assemblea Annuale dei calzaturieri italiani. Risultati: 2 aziende su 3 sono alle prese col passaggio generazionale; l’85% delle aziende è gestito, allo stesso tempo, da 2 o più generazioni, ma il 58% è guidato ancora dalla prima, cioè dai fondatori. Il 71% appartiene a una sola famiglia e se aggiungiamo che “il 19% appartiene a più famiglie con parentele” arriviamo al 90%. Le risposte ci dicono che il giovane è più “freddo” rispetto al senior perché si sente meno influenzato da emozioni, sentimenti ed eventuali conflitti con gli altri familiari quando vanno prese decisioni in azienda. “Una forte differenza tra under e over – si legge in una nota Assocalzaturifici – è anche quella che si riscontra davanti all’opportunità di ingaggiare personale manageriale esterno per evolvere l’azienda: si dice molto d’accordo il 50% dei giovani intervistati, mentre tra gli “anziani” la percentuale supera di poco il 30%. È da notare che nessun under 40 si dice in completo disaccordo, mentre circa il 4% degli over 40 non inserirebbe mai manager esterni nella propria azienda”. Scrive ancora Assocalzaturifici: “In un contesto in cui la mentalità degli imprenditori over 40 intervistati sembra legata a modelli piuttosto standardizzati di imprenditoria e controllo della gestione di impresa, si nota come ai giovani in azienda sia stato affidato comunque un preciso ruolo nell’ambito dell’innovazione”. Restano però “rari i casi di forti responsabilità degli under 40 in azienda, rarissimi (il 6%) i casi di giovani alla guida dell’azienda con il ruolo di CEO, carica comunque sempre (per il 98% dei casi) in mano a un membro senior della famiglia”.

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