Marche: il crollo del rublo picchia duro sulla calzatura

Se qualche mese fa la Russia faceva preoccupare, ora la calzatura marchigiana teme il peggio. Mosca sta attraversando la peggiore crisi dopo quella dell’agosto 1998. Le ricadute in ambito calzaturiero sono disastrose e si traducono in richieste di sconto (anche del 30%), riduzione degli ordini (fino al 50%) e c’è pure chi è disposto a rimborsare l’acconto pur di annullare completamente l’ordine. Ma i calzaturifici marchigiani hanno già le scarpe in fase di lavorazione, impossibile fermare la manovia, i danni sarebbero maggiori con gli imprenditori che preferiscono correre il rischio che le scarpe fatte restino in magazzino oppure spedite ma non pagate. In pericolo non ci sono le scarpe in produzione, ma anche quelle già spedite in Russia e, quindi, i relativi crediti. Tutta colpa della valuta: un anno fa ci volevano 45 rubli per un euro, ieri non ne bastavano 85. Nei negozi di Mosca il prezzo delle scarpe è raddoppiato e non si vende un paio. Va peggio in Ucraina. (mv)

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