Marche: il ritorno di Mosca non basta. Meno export nei 9 mesi 2017 e tante chiusure. Il caso Rocco P

Il recupero dell’export verso la Russia non basta per far tornare il sorriso alla scarpa marchigiana che perde il 3,2% nelle vendite all’estero nei primi nove mesi 2017, ma, soprattutto, sul terreno 72 aziende (calzaturifici e produttori di parti di calzature) e 762 posti di lavoro nell’arco dell’intera annata. Nei dati Assocalzaturifici si evidenzia come la Germania sia il primo mercato di sbocco (-2,3%), poi la Russia (+22,5%), Francia (-4,9%) e Usa (-8,3%). Un distretto basato sull’export, dunque, si è inceppato. Lo dimostra anche il non trascurabile dato dell’import, in certa parte da considerare come rientro di delocalizzazione produttiva: -7,2%, il valore più basso dal 2008. Mancano gli ordini alle aziende marchigiane che per mantenere il livello di produzione sufficiente a coprire i costi fissi stanno sempre accettando di essere terzisti delle griffe. Il 2018 è iniziato sulla falsa riga del 2017, aggravato da alcune sentenze di fallimento e presentazioni di concordato. Un elenco al quale si è aggiunta la richiesta di concordato con riserva depositata da Red 1971 di Torre San Patrizio, riconducibile al marchio Rocco P. L’azienda avrà tempo fino al 22 giugno per presentare al Tribunale di Fermo la proposta di concordato preventivo. Secondo indiscrezioni sarebbe stata avviata da tempo una trattativa tra l’azienda torrese e un’altra del distretto fermano per stringere una forma di collaborazione sinergica. (mv)

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