“Mi piace il lavoro che faccio: è stata, ed è, una bella avventura”: Alessia Fabi, Calzaturificio Fabi

Il viaggio in Russia, appena dopo il crollo del Muro di Berlino. Quello a Pechino, dove ha mangiato solo cioccolato e quello in Libano, nella Beirut bombardata. Esperienze indimenticabili di una giovane Alessia Fabi, ceo del Calzaturificio Fabi di Monte San Giusto (Macerata). Il suo ingresso in azienda è stato naturale seguendo fin da piccola il padre in azienda. Anche quando studiava da ragioniera, nel pomeriggio dava una mano in azienda. “A 17 anni sono stata 5 mesi nel Regno Unito per imparare la lingua” racconta Alessia per sottolineare la lungimiranza del padre che accompagnava alle fiere e nei viaggi all’estero proprio perché conosceva l’inglese. Col diploma in mano è entrata in azienda e nel 1995 è diventata export manager, in un calzaturificio che aveva sempre venduto i suoi prodotti solo in Italia. “Ero donna ed ero giovane. All’inizio mi capitava spesso di incontrare qualcuno che cercava il responsabile dell’estero e, quando gli dicevo che ero io, rimaneva incredulo” dice Alessia. “È stata, ed è tuttora, una bella avventura. Mi piace il lavoro che faccio. Ho una vita piena e sono contenta dell’esperienza fatta, che mi ha portato a conoscere molta gente e a viaggiare molto”. Qui Alessia apre un capitolo a parte: “Il viaggio più pericoloso nel 1995 a Beirut, che era appena uscita dalla guerra, con i muri degli edifici forati dai proiettili. Una sera, in taxi, siamo stati intercettati da un potente faro militare e ci hanno controllato. La cosa simpatica che ricordo è che, con il mio colore di incarnato, sono stata scambiata per libanese”.

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