Tra Mosca e i CSI: segnali di vita per la scarpa italiana, ma il prezzo medio va giù. Pilotti: “Ci vuole fiducia”

Grazie a un prezzo più basso, l’export della scarpa italiana verso l’area CSI è ripartito: nei primi sette mesi del 2017 +12,8% in valore (per un valore di circa 277 milioni di euro) e +25,7% in quantità (5 milioni di paia), mentre il prezzo medio si è ridotto del 10% (54,8 euro al paio). Risultati che dimostrano l’avvio di un’inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni, visto che dal 2014 al 2016 le vendite sono calate complessivamente del 48% in valore e del 36% in quantità. “Nell’area CSI stiamo finalmente registrando una ripresa degli ordinativi. Qui il consumatore è sempre più attento al fattore prezzo rispetto al passato, ma non smette di apprezzare la qualità e l’eccellenza della manifattura calzaturiera italiana. Nonostante perduri ancora un atteggiamento di prudenza, noi addetti ai lavori dobbiamo guardare con fiducia alle prossime stagioni, con la consapevolezza di una maggior stabilità sul mercato” è stato il commento della presidente di Assocalzaturifici Annarita Pilotti. Per rafforzare la presenza delle scarpe italiane in Russia, theMicam Milano e WGSN hanno illustrato i prossimi trend autunno/inverno al The Best Luxury Stores Forum, organizzato dalla Russian Buyer Union, svolto martedì scorso presso il Lotte Hotel di Mosca. (mv)

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