Pakerson chiude? “No, ristruttura”, ci dice Gabriele Brotini. Perso il 70% del fatturato in 2 anni

Pakerson non chiude, ma ristruttura. Ce lo conferma direttamente Gabriele Brotini (nella foto), 36 anni, figlio di Antonio che, insieme al fratello Andrea, guida l’azienda: “Non abbiamo nessuna intenzione di chiudere, ma abbiamo la necessità di riorganizzarci perché il fatturato è sceso del 70% in due anni a causa della crisi di Russia e Cina, per cui c’è l’esigenza di ridimensionare la struttura per adeguarla ai nuovi livelli di fatturato”. Pakerson, fondata dal bisnonno di Gabriele nel 1923, è riuscita solo parzialmente a compensare il calo delle vendite in Russia e Cina con l’export verso i Paesi Arabi. Lo stesso Brotini si è detto molto sorpreso per le notizie diffuse nel week end che paventavano una chiusura dell’azienda con il licenziamento di 64 dipendenti che sono stati effettivamente messi in mobilità. La creazione della nuova azienda, 3 D Feet Line, è il preludio a una totale delocalizzazione produttiva? “No. La produzione resterà a Cerreto Guidi e sarà il nostro emblema – replica Gabriele Brotini -. Cercheremo di salvaguardare il lavoro il più possibile e preciso che non abbiamo nessun debito pendente con i dipendenti. Al momento non sono in grado di dire quanti lavoratori verranno riassunti”. Ieri, al termine dell’incontro tra l’azienda e i sindacati, è stato revocato lo sciopero proclamato in precedenza. (mv)

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