Ufficialmente attesi per oggi, riportano un calo dei profitti del 30% (24,8 milioni di euro) sebbene a fronte di vendite in aumento del 13% (821 milioni). “Il business ha assunto una direzione incoraggiante – ha sintetizzato il ceo Bjorn Gulden – ma non siamo ancora forti abbastanza per mitigare l’effetto-valuta”. L’azienda tedesca di sportswear produce infatti la maggior parte delle merci in Asia, ma una significativa parte dei margini proviene dal Sudamerica, le cui monete hanno perduto terreno nei confronti dell’euro. Gulden ha precisato che l’indirizzo di produrre o assemblare quanto più possibile nei mercati sudamericani (Messico, Brasile e Argentina) sta costando più tempo del previsto. Dopo aver assunto una direzione-moda, il brand di Kering sta cercando di riguadagnare posizioni nei confronti della concorrenza, e recentemente ha scalzato Nike nella sponsorizzazione dell’Arsenal. (pt)
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