Reshoring in Corea, quattro calzaturifici tornano dalla Cina

La stampa di Seul ha dato rilievo alla decisione di quattro calzaturifici nazionali, che hanno deciso di lasciare la produzione cinese e di aprire stabilimenti nel porto di Busan. Una quinta azienda, con manifattura nell’ex Kaesong Industrial Complex della Corea del Nord, ha formalizzato la stessa richiesta al ministero sudcoreano dell’Industria. Le ragioni della scelta sono legate a tensioni politiche, aumento dei salari e del costo di importazione delle materie prime e delle componenti di manifattura coreana, “ma anche dalla preferenza che la clientela ha per il made in Korea. La produzione interna consentirà di usufruire dell’accordo tariffario Usa-Corea”, afferma un rappresentante di Treksta, una delle aziende coinvolte, specificando che il dazio su modelli da montagna e sneaker è compreso tra 5,75 e 20%, contrariamente al regime di duty-free dell’accordo commerciale Usa-Corea, noto come Korus. Secondo i giornali, le quattro aziende investiranno 57 milioni di dollari nell’area di Busan e creeranno 500 posti di lavoro. Il ritorno alla produzione domestica, viene spiegato, ha senso per le produzioni di alto livello, in grado di assorbire la crescita dei costi dovuti ai salari coreani. (pt)

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