SCARPA da Roma non vuole soldi, ma garanzie per la competitività

SCARPA da Roma non vuole soldi, ma garanzie per la competitività

“La ripresa non si avvia con i prestiti di Stato, ma mettendo le aziende nelle condizioni di essere competitive“. SCARPA da Roma non vuole soldi, insomma. La riapertura delle fabbriche e dei mercati può essere l’occasione per agevolare le imprese del made in Italy. È questo in fondo che chiede Diego Bolzonello, amministratore delegato del brand di calzatura outdoor, per i grandi nomi del manifatturiero italiano: un contesto operativo migliore. “Al resto ci pensiamo noi” spiega il manager in un’intervista rilasciata a CorriereTV.

SCARPA da Roma non vuole soldi

Parlando al Corriere della Sera, il manager racconta la sua fiducia nelle grandi aziende “Champion”. Non solo: annuncia le strategie che l’azienda trevigiana intende adottare nelle fasi 2 e 3 dell’emergenza sanitaria. A guidare il manifatturiero nel post-Covid, secondo Bolzonello, possono essere i cosiddetti Champion, proprio come SCARPA. “Sono ben capitalizzate e stabili anche dal punto di vista finanziario – spiega Bolzonello – . La ripresa non si fa con i prestiti del Governo, ma passa attraverso la forza dei mercati. Il problema del Governo deve essere rendere le cose più facili, metterci nelle condizioni di competere. Poi a farlo a livello mondiale ci pensiamo noi”.

La stagione del “reshoring”

L’export, spiega il manager, continuerà a rappresentare per SCARPA una fetta importante del fatturato. “Il nostro è un marchio che compete a livello mondiale: gli appassionati di outdoor devono trovare il nostro prodotto in tutto il mondo – continua Bolzonello –. Sicuramente un certo reshoring sarà possibile. Quindi comperare un po’ meno in Asia e un po’ più in Italia. Sarà una delle politiche che penso molte aziende dovranno prendere in considerazione”.

L’attenzione “green”

L’attenzione all’ambiente sarà il leitmotiv della crescita a livello mondiale, soprattutto con le logiche che sembrano stiano emergendo e il collegamento tra inquinamento e diffusione del virus – continua l’amministratore delegato –. Ma l’attenzione alla sostenibilità riguarderà anche il livello sociale. Non si potrà guardare solo alle esigenze delle aziende, ma anche a quelle della comunità in cui sono inserite”.

Intanto ad Asolo

Nel frattempo il quartier generale di SCARPA ad Asolo riparte. L’azienda trevigiana ha predisposto una serie di accorgimenti ad hoc, tra i quali tappetini decontaminanti e gel in tutti i punti di accesso di produzione, magazzini e uffici. Le telecamere termografiche misurano poi la temperatura degli addetti in modo automatico, mentre i cambi turni sono stati scaglionati per evitare i contatti. Nei reparti produttivi sono stati installati pannelli in plexiglas tra una postazione e l’altra, mentre è stata aumentata la distanza in manovia. (art)

 

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