Il primo semestre della scarpa italiana

Più ombre che luci nel primo semestre della calzatura italiana. Assocalzaturifici ha diffuso i dati al 30 giugno 2015: produzione -3,2%, ma torna a cresce l’occupazione, anche grazie al Jobs Act: +509 addetti (+0,7%) a fronte di 63 aziende in meno. Il mercato domestico arresta la sua caduta ma non riparte: -3,2% in valore e -1% in quantità. L’export invece, nei primi 5 mesi dell’anno, ha un saldo positivo in valore (per effetto del cambio dell’euro con le altre monete, specie il dollaro) ma negativo in quantità: rispettivamente +3,1% e -5,2%. In valore crescono Stati Uniti (secondo mercato), Svizzera (dato falsato dal fatto che il paese ospita le piattaforme logistiche), Hong Kong e Cina. Male la Francia e il Giappone. In quantità i saldi positivi arrivano da Germania, Svizzera, Hong Kong e Austria. Bene l’area del Medio oriente +14,8 in valore e +2,6% in quantità e balzo della Corea del Sud: rispettivamente +50,9% e +48,5%. Andava male in Russia nel 2014 e ora va peggio: -35% in volume. Ucraina -54% e Kazakistan -20%. (mv)

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