Il successo di BucketFeet, la scarpa dal basso che nasce online, vende sui social e unisce le persone

Tu disegni la scarpa e la spedisci a BucketFeet. Se il progetto piace (al sito stesso o ai social), la calzatura viene messa in produzione. Riceverai 250 dollari più un dollaro per ogni paio di scarpe venduto (il prezzo varia da 65 a 95 dollari). Questo sistema lanciato nel 2011 ha raccolto 13 milioni di dollari di finanziamenti mentre 40.000 artisti provenienti da 120 paesi hanno inviato proposte di design. È singolare la nascita di BucketFeet. I due fondatori Raaja Nemani (ex banchiere) e Aaron Firestein (ex fotografo) si sono incontrati per la prima volta perché volontari in una baraccopoli alla periferia di Buenos Aires. Firestein aveva l’hobby di decorare scarpe bianche e venderle su Facebook. Nemani ne comprò un paio con le quali ha poi girato 29 paesi. Dovunque, le sue scarpe diventavano un mezzo per avviare una conversazione. Così ha pensato che bastava un semplice paio di scarpe per mettere in relazione il mondo. Rintracciò Firestein e nacque il progetto. Ora BucketFeet riesce a vendere decine di scarpe su internet e nei due negozi di Chicago (dove ha sede la società) e Washington. Di recente ha abbandonato la fornitura a Bloomingdale e Nordstrom per spingere l’acceleratore sul commercio reattivo: “Siamo piccoli e rilasciamo nuovi prodotti ogni mese, e ciò rende entusiasta la nostra comunità” ha detto Nemani. (mv)

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