Sudafrica: dopo un mese, tra tensioni e violenze, finisce lo sciopero della calzatura. “È stato un disastro per tutti”

In Sudafrica è terminatoil periodo di sciopero dei lavoratori dell’industria calzaturiera grazie agli accordi raggiunti (separatamente) tra l’organizzazione datoriale (SAFLIA) e i due principali sindacati (NULAW e SACTWU). Gli scioperi erano iniziati il 9 e 19 luglio con i sindacati che reclamavano un aumento salariale del 9% mentre SAFLIA si fermava al 6,25%. Nella settimana di Ferragosto è arrivato l’accordo tra SAFLIA e NULAW: aumento del 7,5% e altri benefit estesi ai coniugi dei lavoratori. Lunedì 20 agosto è stato siglato il patto tra SAFLIA e SACTWU, alle medesime condizioni del primo accordo. Entrambi i patti avranno decorrenza reatroattiva (1° luglio), visto che il precedente contratto collettivo scadeva il 30 giugno. Prima della fine degli scioperi, il direttore di SAFLIA,  Jirka Vymetal, aveva espresso preoccupazione per violenze, intimidazioni e tentati incendi dolosi denunciati da alcuni produttori, al punto che, pur di far ripartire la produzione, alcune aziende avevano intrapreso trattative singole come nel caso di Corvari Footwear e Prisaan Footwear. Mark Gibbings, presidente del Footwear & Accessories Component Cluster (FACC), ha definito lo sciopero “un disastro” per l’intero settore calzaturiero, indotto compreso. “Per un mese non c’è stata produzione, quindi nessuna fatturazione, nessun guadagno, e difficoltà finanziarie che si sommano a un primo semestre 2018 non positivo per il settore” ha invece commentato Garth Ribbink di Greenways, azienda che fornisce materiali e componenti ai calzaturifici. (mv)

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