Timberland cresce meno, condizionata dall’Italia

Per il sesto trimestre consecutivo, VF Corp. (North Face, Timberland e Vans) ha mancato le previsioni di bilancio, ma la prestazione di Vans ha aiutato il rendimento azionario (+21%) che di par suo ha costantemente superato le attese di Wall Street. Le stime sul fatturato erano di 3,34 miliardi di dollari a fronte del 3,27 realmente ottenuto. North Face, Timberland e Vans, ovvero l’outdoor (fornisce più della metà dell’attività commerciale) sono complessivamente cresciuti del 6%, ma in scala differente: Vans (+16%) guida davanti a North Face (+3%) e Timberland (+2%). Mentre la prima, a giudizio della ricerca semestrale condotta dalla banca di investimenti Piper Jaffray, è fra i top brand nelle preferenze dei teenager, è interessante l’annotazione del Ceo, Eric Wiseman, a proposito del modesto rendimento di Timberland, attribuito all’Italia: “Resta il nostro miglior mercato europeo, ma al momento è anche il più difficile. Il Giappone lo è per l’Asia ma laggiù siamo sfavoriti dal cambio”. Per la cronaca, la jeanseria (Lee, Wrangler, ovvero un quarto del fatturato) dell’azienda con sede in North Carolina, ha segnato il +4%. Le vendite internazionali costituiscono sempre circa il 40% (+7%) del fatturato con crescita del 13% nelle Americhe (Usa esclusa), del 7% in Europa e del 2% nell’Asia-Pacifico. (pt)

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