USA-Cina, al G20 fate pace o no? La moda teme l’effetto Trump sui consumi

Giorni caldi per l’atteso faccia a faccia tra il presidente USA Donald Trump e quello cinese Xi Jinping. “Mai promesso alla Cina lo stop a nuovi dazi”, ha premesso l’inquilino della Casa Bianca da Osaka, dove è in corso il G20. Trump, dunque, ha smentito i rumors secondo i quali USA e Cina avrebbero raggiunto un accordo di massima per la tregua nelle loro dispute commerciali. La seconda partita di dazi sull’import di prodotti della Repubblica Popolare negli States, con ritorsioni su beni da ulteriori 300 miliardi di dollari, non si può considerare evitata.

L’allarme della moda
In attesa di sapere l’esito dell’incontro tra i due leader politici, la National Retail Federation (NRF) ha stimato l’eventuale impatto del dazio del 25% su diverse categorie di prodotto. Secondo il rapporto, i consumatori americani pagherebbero 4,4 miliardi di dollari in più per l’abbigliamento e 2,5 miliardi di dollari in più per le calzature.

Dipendenza cinese
Per quanto riguarda la scarpa, la Cina rappresenta il 58% delle importazioni statunitensi, più del triplo rispetto al Vietnam che è al secondo posto. Secondo l’NRF, se le nuove tariffe fossero adottate, i prezzi delle calzature provenienti dalla Cina aumenterebbero del 21%. In definitiva i prezzi complessivi delle calzature negli Stati Uniti aumenterebbero dell’8%, costringendo gli americani a ridurre gli acquisti di calzature del 15%.

Chi spenderebbe di meno
Le più colpite sarebbero le famiglie a basso reddito che attualmente spendono circa quattro volte di più per le calzature, in proporzione alle entrate, rispetto alle famiglie con un reddito più alto. L’economia statunitense, pur al netto di altri tipi di vantaggi per la manifattura nazionale, ci perderebbe complessivamente 1,2 miliardi di dollari. (mv)

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