Valleverde riscrive al Governo e a Mattarella: “Così non va”

Valleverde riscrive al Governo e a Mattarella: “Così non va”

Valleverde riscrive al Governo e a Mattarella. E pone una serie di precise domande. Per Esempio: perché supermercati, negozi di alimentari, librerie e cartolibrerie sono aperte e negozi di moda no? Oppure: dal 4 maggio riparte la vendita all’ingrosso: a che serve se il retail rimarrà in lockdown? E ancora: stanno arrivando molti annullamenti di ordini, come disciplinare le merci bloccate nei magazzini?

Valleverde riscrive al Governo e a Mattarella

Quella di Elvio Silvagni (Valleverde) è la seconda lettera (nella foto) al Presidente del Consiglio e al Presidente della Repubblica. Contiene alcuni interrogativi riguardo l’operatività del settore moda che l’imprenditore pone dopo aver letto, “con sconcerto”, l’ultimo DPCM, quello datato 26 aprile 2020.

L’apertura dei punti vendita

Il primo interrogativo riguarda l’apertura dei punti vendita. Così come altri operatori del settore moda, Silvagni, patron del marchio Valleverde, si immaginava una riapertura dal 4 maggio. Ed è rimasto deluso. Nella lettera chiede se i rischi che un consumatore corre nel frequentare uno store di abbigliamento e calzatura non siano gli stessi di quelli di un negozio ora aperto. Per esempio, alimentari e abbigliamento bambini. “Lo slittamento di poche settimane non risolve nulla visto che tamponi e test dovrebbero essere effettuati su tutta la popolazione e non solo su chi presenta sintomi” spiega l’imprenditore che 5 anni fa, attraverso Silver 1, acquistò lo storico marchio di calzature che proprio nel 2020 compie 50 anni. Il mercato italiano genera il 95% dei ricavi di Valleverde che nel 2019 si sono attestati a circa 18 milioni di euro.

Il commercio all’ingrosso

Lo stesso Silvagni si sofferma anche sul fatto che aprire il commercio all’ingrosso il 4 maggio abbia poco senso. Perché quello al dettaglio sarà ancora chiuso. “Ci stiamo convincendo che la nostra classe politica non abbia ben afferrato che imponendo una riapertura così avanzata si porta inevitabilmente la nostra economia verso la distruzione di tanti settori. Il Governo avrebbe dovuto intervenire con nuove normative per disciplinare le merci bloccate nei magazzini, oppure dagli spedizionieri, dal decreto di marzo. E anche disciplinare il “ritardo inevitabile” di consegna”. (mv)

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