Yue Yuen, i lavoratori tornano in fabbrica

Un numero difficilmente quantificabile di operai della Yue Yuen è tornato al lavoro venerdì scorso, facendo rientrare gli effetti dello sciopero iniziato il 14 aprile: si parla di un 50-70% della forza lavoro complessiva, quindi almeno 20 dei 40 mila operai che avevano aderito alla protesta. “La maggior parte ha ripreso a lavorare – ha dichiarato l’unica voce ufficiale del calzaturificio, il direttore esecutivo George Liu – stiamo cercando di comunicare come meglio possiamo con chi sta ancora protestando”. Secondo quanto dichiarato dagli operai alle agenzie di stampa, l’azienda ha effettuato la reintegrazione dei contributi sociali e quelli per uso abitativo all’origine dello sciopero. Sempre venerdì, un portavoce del ministero del Lavoro e Previdenza sociale aveva affermato ai giornalisti che era stato ordinato alla Yue Yuen di “integrare le contribuzioni sociali effettivamente corrisposte in misura inferiore alle norme di legge. Il ministero proseguirà a controllare i progressi sulla situazione”. Su questo punto Yue Yuen continua ad affermare di “aver sempre seguito le leggi”. In borsa ad Hong Kong, dopo due sedute in terreno negativo, oggi le quotazioni Yue Yuen sono al rialzo (+1,5%). Lo sciopero ha interessato otto fabbriche a Dongguan e per alcune ore anche l’impianto nel nord del Paese, a Jiangxi. Giovedì scorso Adidas aveva comunicato in un messaggio email di aver provveduto a stornare parte della produzione futura dalla Yue Yuen verso altri calzaturifici, ma che intende mantenere i rapporti con l’azienda di proprietà taiwanese. Yue Yuen nel 2013 ha prodotto 300 milioni di paia per 7,58 miliardi di dollari di fatturato, ed è uno dei principali fornitori di Nike, Adidas, Reebok, Asics, New Balance, Under Armour, Converse, Salomon e Timberland. (pt)

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